Agevolando – Care Leavers 2019 da Bucarest

Agevolando – Care Leavers 2019 da Bucarest

Maggio 2019

Leave Care – Live Life! Il racconto dei partecipanti italiani al meeting di Bucarest

Pubblichiamo il contributo scritto a più mani dai  partecipanti al  Seminario di Bucarest dei Care Leavers – Associazione Agevolando, associazione con la quale anche il Consiglio nazionale degli Assistenti sociali, riconoscendo l’importanza di questa realtà ha stipulato un protocollo di collaborazione.

Tra i partecipanti selezionati, anche la collega assistente sociale Ketty Francolini, iscritta al  nostro Ordine regionale.

All’interno del nostro contributo al  Piano sociale della regione Marche 2019-2021, abbiamo inserito indicazioni  relative alla tematica dei neomaggiorenni.

Questo il testo pubblicato sul sito istituzionale del CROAS Piemonte, che ringraziamo per aver sollecitato i partecipanti a raccontare la loro esperienza.

“Circa 40 professionisti provenienti da Italia, Inghilterra, Croazia, Irlanda e Romania si sono incontrati a Bucarest dal 4 al 6 aprile per una tre giorni di formazione nell’ambito del progetto europeo “Leave care Live life”, di cui Agevolando è capofila. Il racconto dei partecipanti italiani

Agevolando si impegna da diversi anni a sostenere e dare voce a quei ragazzi usciti da percorsi di accoglienza residenziale (comunità educative, case-famiglia, affidamenti residenziali), chiamati “care leavers” e che nel sistema italiano, una volta raggiunti i 18 anni, spesso vengono lasciati a sé stessi, con il loro bagaglio di vissuti ed emozioni e il grande compito di diventare indipendenti.
I ragazzi italiani, però non sono i soli, in ogni paese europeo e del mondo ogni care leaver ha questo grande scoglio da superare e viene sostenuto dal mondo dei servizi (formali e informali) in modo differente a seconda dello Stato in cui vive.
Di fronte a queste grandi differenze nei diritti di persone nella stessa condizione, Agevolando si è posto l’obiettivo di iniziare a mettere in rete le diverse realtà, i diversi metodi di lavoro, al fine di elaborare delle raccomandazioni da presentare alla conferenza transnazionale dei Care Leavers a Bruxelles che si svolgerà a novembre 2019.
Questo lavoro, iniziato già nel 2017, ha riunito a inizio aprile diversi operatori sociali (assistenti sociali, psicologi ed educatori) e care leavers provenienti dai 5 paesi partner del progetto europeo “Leave care live life” (Romania, Irlanda, Inghilterra, Croazia e Italia) a Bucarest per una tre giorni di formazione.
Dal confronto sulla situazione sociale e legislativa dei care leavers nei diversi paesi, è emerso come l’Italia e la Romania siano territori che ancora “faticano”, per vari motivi sia di natura legislativa che economica, a pensare ad una progettualità socio-assistenziale che prenda in considerazione questa fascia di popolazione.
I Paesi anglosassoni presentano invece un sistema assistenziale maggiormente sviluppato, più maturo e consapevole.
Si prenda come esempio l’Irlanda, dove i ragazzi di età superiore ai 16 anni, massimo 20, che abbiano vissuto nell’arco della loro vita per un periodo non inferiore ai 12 mesi in una struttura residenziale o in affidamento familiare, hanno diritto all’elaborazione di un “Aftercare Plan” (piano post accoglienza), che prende in considerazione i bisogni globali dei ragazzi (formazione, occupazione, salute, benessere personale e sociale, abitazione e sostentamento economico). I ragazzi così affiancati riescono a raggiungere una vita dignitosa e soddisfacente.
In Inghilterra, invece, i ragazzi hanno diritto ad essere seguiti fino all’età di 21 anni da un mentore, che elabora insieme a loro un piano simile a quello irlandese. Infatti, vengono stanziati dei finanziamenti per sostenere le spese del college e dell’università.
L’aspetto più impressionante rispetto a questi sistemi è che il Children (Leaving Care) Act risale all’anno 2000. Già 19 anni fa l’Inghilterra aveva previsto a livello normativo un sistema di sostegno ai ragazzi cresciuti fuori dalle famiglie di origine.
In Italia il livello normativo non è molto sviluppato e particolarmente frammentato essendoci delle differenze anche a livello regionale. Purtroppo, le risorse e gli strumenti istituzionali sono esigui, la maggioranza delle iniziative vengono da associazioni e privati. Ma nel 2018 per la prima volta anche l’Italia si è dotata di un fondo sperimentale per i care leavers, che per tre anni finanzierà progetti per i ragazzi accompagnandoli fino al 21esimo anno.
La formazione ha permesso di far luce e confrontarsi sull’esistenza di alternative che sono economicamente, professionalmente ed umanamente possibili.
In questi 3 giorni si sono create relazioni professionali tra i partecipanti dei diversi paesi, ma anche di diverse regioni italiane. Questa sinergia soprattutto tra i partecipanti Italiani rappresenta un buon punto d’inizio per ulteriori progetti di advocacy con l’obiettivo di dare in Italia voce a chi ancora ne ha poca.”

Angela Ferrero
Ketty Francolini
Valeria Marra
Michela Peroni
Gabriele Ronco

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