11 Ott 5° Seminario formativo UNHCR – CROAS MARCHE- 6 ottobre 2020
“Migrazioni, protezione internazionale, assistenza e tutela
delle persone portatrici di esigenze particolari.
Risposte delle istituzioni e del servizio sociale professionale”
FOCUS PERSONE PORTATRICI DI ESIGENZE PARTICOLARI: LE BUONE PRASSI TERRITORIALI”
Lo scorso 6 ottobre si è realizzato il 5° seminario formativo organizzato dal CROAS Marche unitamente ad UNHCR.
In questa sessione ci si è focalizzate su alcune buone prassi territoriali, attraverso le attività concrete realizzate in vari contesti territoriali.
Dopo i saluti e l’introduzione ai lavori della Presidente dell’Ordine Assistenti Sociali, Marzia Lorenzetti, la Presidente della Commissione Etica e Deontologia ha dato il via alle relazioni con una breve presentazione delle singole relatrici che ha sentitamente ringraziato a nome personale e dell’Ordine.
Ha aperto i lavori la D.ssa Chiara GARRI dell’UNHCR che ha affrontato il tema della “Violenza Sessuale e di Genere nei confronti di persone richiedenti asilo e rifugiate” . L’intervento, articolato e con il costante coinvolgimento dei/lle partecipanti, si ѐ concentrato sulle diverse componenti della violenza sessuale e di genere e sui principi operativi che guidano gli interventi di prevenzione e risposta, con particolare riferimento alle persone richiedenti e titolari di protezione internazionale; in particolare, il modulo ha approfondito le forme che la violenza può assumere nel ciclo della vita delle persone e con riguardo al percorso migratorio, con un focus specifico sulla violenza nei confronti di uomini e ragazzi.
L’intervento di Genny Floridia, Assistente Sociale della Lila Catania si è concentrato sulla descrizione del progetto “Pro-access 2020 Improve access to sexual and reproductive health services for refugees and asylum seekers that are victims of SGBV and M/FGM”, finanziato da UNHCR e realizzato a Catania e nell’intera provincial”. L’OBIETTIVO GENERALE del progetto è quello di Migliorare l’accesso ai servizi di salute sessuale e riproduttiva per rifugiati e richiedenti asilo (PoC) affetti da patologie della sfera sessuale e riproduttiva e che sono sopravvissuti a violenza sessuale e di genere (SGBV) e a mutilazioni genitali. Mentre gli OBIETTIVI SPECIFICI, declinati con cura e passione dall’A.S. Floridia, sono:
identificare le aree urbane in cui i richiedenti asilo e rifugiati vivono a Catania;
identificare i/le sopravvissuti/e a VSDG sintomatici;
facilitare il riconoscimento delle vittime di VSDG e di mutilazioni genitali;
sostenere i sopravvissuti a VSDG in difficoltà e anche ai sopravvissuti alle pratiche tradizionali dannose;
favorire le diagnosi e supportare i richiedenti asilo e rifugiati con IST
sostenere i richiedenti asilo e rifugiati per incoraggiare l’autodeterminazione nel soddisfare i loro bisogni di salute
Favorire l’emersione della violenza sessuale e di genere dei sopravvissuti.
All’interno della relazione, pertanto, sono state illustrate le varie attività realizzate a Catania e provincia, le modalità di creazione e di lavoro dell’equipe multidisciplinare, la metodologia di intervento e il ruolo specifico dell’A.S. Una particolare attenzione, inoltre, è stata posta una particolare attenzione sulla specificità dei servizi a bassa soglia e sull’innovativo servizio “DROP In” avviato a Catania dalla LILA, già da tempo, per aiutare l’accesso ai servizi delle persone che fanno fatica a raggiungere i servizi dedicati per svariati motivi, come ad esempio, gli stranieri non regolari e i richiedenti protezione internazionale privi di supporti specifici, divenendo ponte tra questi e le istituzioni. In tutto ciò il lavoro di rete e di conoscenza del territorio, ha puntualizzato Genny Floridia, riveste un ruolo fondamentale in cui l’agire professionale dell’A.S. trova la sua piena applicazione.
Un ulteriore aspetto che è stato trattato in questo Seminario è quello relativo ai Centri Antiviolenza e al suo rapporto con le donne stranieri e migranti.
Laura Gaspari della Cooperativa On The Road, ha illustrato con cura la nascita dei centri antiviolenza, più di quaranta anni fa, specificando che nella regione marche sono stati regolamentati solo dal 2008. La sua relazione, pertanto, si è concentrata sul lavoro con le donne migranti, che è ancora in costruzione, sia perché è una tematica complessa, ma anche perché ci pone all’interno di una dialettica dove non solo parliamo di genere e violenza, ma anche di stereotipi/pregiudizi legati all’etnia, al razzismo insito in ognuna di noi in quanto appartenenti alla cultura occidentale. Ebbene, puntualizza Laura Gaspari, come per anni nei centri antiviolenza sono stati decostruiti maschilismo e sessismo, per creare una metodologia che si fondasse sull’identificazione di genere e la promozione dell’autodeterminazione, così occorre necessariamente mettersi in ascolto dei bisogni delle donne migranti e, attraverso una formazione specializzata temi legati alla migrazione femminile, si può ipotizzare uno scenario ancora poco conosciuto ai servizi. Proporre formazioni come quella appena trascorsa, è fondamentale per creare percorsi condivisi e strumenti adeguati per tutte quelle donne che migrano o transitano nel nostro paese e che portano con sé storie di violenza. È doveroso riconoscerle, legittimarle, dare anche a loro la possibilità di costruirsi la propria libertà.
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