LETTERA APERTA AI/ ALLE CANDIDATI/E Elezioni regionali

LETTERA APERTA AI/ ALLE CANDIDATI/E Elezioni regionali

LETTERA APERTA AI/ ALLE CANDIDATI/E Elezioni regional

Quali sono le scelte di politica di welfare e gli orientamenti strategici che si intende promuovere nel vostro impegno come amministratore?

Quali azioni ritenete di poter garantire per mantenere attiva la collaborazione tra il nostro Ordine, in rappresentanza dei professionisti assistenti sociali e la Regione Marche, su quali temi e con quali obiettivi?

Sono le domande che la presidente Marzia Lorenzetti ed il Consiglio dell’Ordine Assistenti Sociali Marche hanno voluto rivolgere attraverso una lettera aperta alle candidate e ai candidati per la carica di presidente e di consiglieri della Regione Marche. Con l’invito finale a far pervenire impegni e proposte all’indirizzo email dello stesso Ordine, da pubblicare poi sui canali social e sul sito istituzionale.

“Abbiamo ritenuto necessario far emergere i temi che il servizio sociale professionale quotidianamente rileva – evidenzia la presidente Lorenzetti – perché anche in questo momento storico il nostro lavoro intercetta ed accompagna persone e famiglie che vivono importanti fragilità e rappresentare tali istanze è strettamente connesso al lavoro sociale”.

Questo il testo della lettera aperta:

“Gentile Candidato e gentile Candidata,

Le scriviamo nello spirito di cooperazione e corresponsabilità di un organismo pubblico, come l’Ordine Assistenti Sociali delle Marche, che ha tra i suoi obiettivi la promozione, lo sviluppo ed il sostegno di politiche integrate per il benessere della cittadinanza e che rappresenta 1.200 professionisti assistenti sociali che vivono e lavorano in questa Regione.

In collaborazione con i diversi soggetti istituzionali, con l’associazionismo, il terzo settore, la cittadinanza, contribuiamo allo sviluppo di un welfare locale sempre più rispondente alle necessità ed alle potenzialità dei contesti di vita.

In questa direzione riteniamo fondamentale sottolineare come occorra grande attenzione alle sfide che le istituzioni possono cogliere: abbandonare una prospettiva riparativa, non sostenibile a fronte dell’incremento delle fragilità e della vulnerabilità, per costruire politiche a carattere preventivo; pensare un welfare partecipativo; monitorare le politiche sociali e le risposte che le politiche hanno sul territorio per giungere ad una concreta azione di prevenzione della marginalità sociale; monitorare la presenza delle figure professionali nei vari comparti della sanità, del sociale, della scuola.

Gli Ordini professionali, in particolare quelli che rappresentano professioni coinvolte nel lavoro con le persone ed i territori, possono contribuire ad una visione che non attiene all’ambito sindacale ma ai diritti e doveri dei cittadini; ed è in questa direzione che vogliamo esserci e dare il nostro contributo.

I temi delle politiche di welfare e le scelte ed orientamenti strategici, sono tra i temi in discussione per la prossima consultazione elettorale: progettare ed organizzare politiche di prevenzione e azioni di miglioramento del benessere, servizi adeguati e competenti che sostengano le fragilità, le nuove povertà materiali e immateriali, le comunità in difficoltà.

L’attuale epidemia da Covid-19 presenta scenari inediti e complessi, anche dal punto di vista degli interventi di Servizio Sociale. In questi giorni, per quanto concerne il ruolo e le funzioni del servizio sociale professionale e, quindi, del lavoro concreto di tanti/e assistenti sociali di questo territorio marchigiano, sono giunte a questo Ordine regionale numerose segnalazioni e richieste di supporto che hanno evidenziato alcune disomogeneità nell’organizzazione del lavoro e nella pratica concreta del nostro agire professionale, ma anche interessanti ed immediate rimodulazioni delle funzioni nei vari contesti lavorativi in cui è presente il/la professionista Assistente Sociale.

Rileviamo una condizione di precarietà nel personale che opera nei Servizi sociali, socio-sanitari, del terzo Settore con contratti non rinnovati e con carichi di lavoro faticosamente conciliabili con la qualità delle risposte da fornire alla cittadinanza, soprattutto con la qualità della relazione di aiuto che, con loro, deve essere posta in essere.

Accanto a ciò occorre una concreta attenzione alle pari opportunità nel mercato del lavoro dove si sperimenta la difficoltà a conciliare vita privata e lavorativa.

Connesso a questo temi è il fenomeno crescente delle aggressioni verso gli operatori: assistenti sociali, ma anche altri professionisti che lavorano su situazioni di grave disagio, dipendenze, conflitti familiari, violenze; le aggressioni sono legate al tema dell’impoverimento del welfare, della crisi, della povertà, ma anche ad una scorretta rappresentazione del lavoro sociale, che negli ultimi anni , anche nella nostra regione, è stata strumentalizzata; vi è una responsabilità mediatica e politica rispetto ad azioni che possono distruggere la fiducia non solo verso il servizio sociale professionale ma verso l’intero sistema di protezione e tutela, con il rischio che proprio le persone che si trovano nella condizione di fragilità e vulnerabilità non si rivolgano ai Servizi territoriali.

Per far fronte alle difficoltà e ai disagi crescenti delle persone e delle famiglie , servono professionisti/e motivati, adeguati nel numero, in modo tale da dare alle persone uno spazio di ascolto autentico e una partecipazione altrettanto autentica per costruire con loro progetti personalizzati, rispettando la dignità di ogni storia umana. Occorrono, inoltre, spazi, tempi e personale adeguato per lavorare sull’attivazione delle comunità in un’ottica preventiva e di responsabilizzazione sociale e solidarietà.

Affrontare questi temi riteniamo sia una buona prima azione; questo l’impegno che chiediamo a ciascuno di voi; siamo disponibili a continuare a contribuire con analisi, proposte, riflessioni critiche, collaborazioni concrete e necessarie laddove chiamate ad esprimerci.”

 

Temi e richieste sono state riprese da analoghe azioni avviate da CROAS Piemonte e CROAS Liguria, che ringraziamo.

 

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